La Disciplina
Questa sala, dedicata a Santa Maria Maddalena, fu edificata dai Disciplini di Provaglio tra la metà del 1400 e l’inizio del 1500 e decorata con un ciclo di affreschi cristologici raffiguranti la vita di Gesù, dalla nascita alle apparizioni post-mortem.
L’oratorio è appoggiato al lato est della Chiesa, con la quale comunica tramite una finestra, perché era prassi che i luoghi di ritrovo dei Disciplini dovessero essere adiacenti alla Parrocchiale del Comune dove venivano eretti.
Ogni parete era decorata con due fasce di affreschi, da leggersi iniziando dall’alto a sinistra per poi passare al livello inferiore e ricominciare la lettura sulla parete successiva; ciascun riquadro era in origine accompagnato da una didascalia che ne indicava il contenuto.
Essendo stata utilizzata come abitazione fino al 1990, molti affreschi sono andati purtroppo perduti a causa delle intervenute modifiche sulla stanza: tramezzatura, controsoffittatura, apertura di una porta, una finestra e una canna fumaria. Inoltre non è stato possibile recuperare gran parte delle pareti nord ed est poiché i vari strati di intonaco e di calce applicati nel corso del tempo dagli inquilini del locale ha cristallizzato, impedendone la rimozione (senza?) il rischio di danneggiare in maniera irreparabile le opere sottostanti.
Non avendo alcuna testimonianza scritta a riguardo colpisce subito il fatto che alcuni affreschi siano colorati ed altri no, nonostante si tratti di un ciclo unitario. È verosimile ipotizzare che gli affreschi in bianco e nero fossero originariamente ‘sinopie’, ovvero i disegni preparatori eseguiti prima di realizzare l’affresco colorato, così da riportare poi le proporzioni corrette sullo strato di intonaco definitivo.
Presentando però particolari che non avrebbero motivo di essere su delle bozze che poi sarebbero state ricoperte (si vedano, ad esempio, i dettagli nei capelli o negli occhi dei soggetti, le pieghe delle vesti, le architetture sullo sfondo…), è probabile che si tratti di affreschi veri e propri lasciati in bianco e nero forse perché non ci furono fondi sufficienti a finanziarne la versione colorata. Versione molto costosa perché realizzata con materiali di origine naturale e, a volte, anche con sostanze preziose come l’oro o l’argento.
Le opere della Disciplina, che in base ad alcuni tratti stilistici sono avvicinabili ad altre presenti in alcuni edifici di Provaglio (Chiesa del Monastero, Chiesa di San Bernardo,) e delle zone circostanti, sono databili attorno al 1510 ed attribuibili ad una scuola itinerante che pare abbia operato in una zona compresa tra Trento e Bergamo, passando per il Veneto, in quel periodo.
Caratteristica peculiare dei Discplini (conosciuti anche come i Flagellanti o i Battuti) erano delle lunghe processioni durante le quali veniva praticata l’autoflagellazione attraverso l’utilizzo di una frusta chiamata, per l’appunto, Disciplina.
Con questa forma di penitenza la Confraternita intendeva propiziare la pace in un periodo storico particolarmente difficile: lotte fratricide che opponevano guelfi e ghibellini, ricorrenti pestilenze, interpretate come manifestazioni della collera divina per le malefatte degli uomini e lo stato di miseria in cui si dibatteva la maggior parte del popolo.
I Disciplini si inserirono in questo stato di cose sia cercando di alleviare con opere caritative alcuni bisogni della popolazione (ad esempio con la raccolta di offerte per pagare i funerali di chi non ne aveva i mezzi o il sostegno alle vedove), sia tentando di incentivare la pacificazione generale con processioni e prediche, frammezzate dalle pratiche penitenziali cruente a cui si sottoponevano.