Scrittori in casa: Giovanni Spinelli
Il 22/02/2025
"Dopo l’esodo: da profughi a cittadini". Presentazione del libro con la partecipazione dell'autore
Attraverso la Legge 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Anche Provaglio d’Iseo partecipa alla ricorrenza e lo fa tramite l’appuntamento “Scrittori in casa”, rassegna di approfondimento culturale – ideata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con la Biblioteca Civica Beppe Fenoglio.
Sabato 22 febbraio alle 17.30 presso il Monastero di San Pietro in Lamosa, il prof. Giovanni Spinelli presenterà il suo libro dal titolo “Dopo l’esodo: da profughi a cittadini – Il processo di integrazione di giuliani e dalmati nell’Italia del secondo Novecento, attraverso le vicende di Brescia”, una testimonianza storica sulle vicissitudini dei profughi che partirono dalla Frontiera Adriatica e approdarono nella provincia di Brescia.
A parlarne con lui, il giornalista Valerio Di Donato.
L’ingresso è libero e gratuito.
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Sull’Autore
Il Prof. Giovanni Spinelli si è applicato in passato alla storia contemporanea di Brescia, pubblicando in periodici e volumi collettanei saggi su ferrovie e sanità. Ha poi speso interamente la sua vita professionale nell’ambito dell’istruzione, prima come insegnante e formatore e poi come dirigente scolastico, rivestendo anche vari incarichi di responsabilità negli organigrammi dell’amministrazione scolastica regionale e nazionale. Questo lavoro segna il suo ritorno alla ricerca. Figlio di un profugo zaratino, nella scelta del tema è stato guidato anche dalla volontà di collocare in un quadro di rigorosa ricostruzione e interpretazione storica il coacervo delle memorie famigliari e di restituire luce e voce ai tanti dalmati, fiumani e istriani della comunità in cui per molti anni ha vissuto: nelle intenzioni dell’autore, dunque, il volume si propone anche, idealmente, quale risarcimento, parziale e tardivo ma sentito, per il silenzio caduto per lungo tempo sulle travagliate vicende patite dai profughi adriatici.